protocollo SPORT
hypnocoaching
HYPNO-COACHING
Abbiamo sviluppato il protocollo di hypno-coaching per lo sport ripartendo i programmi secondo l'età dell'atleta.
Perchè ci siamo resi conto che al variare dell'età cambiano radicalmente le necessità dello sportivo ed occorre strutturare questo strumento per adeguare la struttura psicologica alle diverse esigenze che tempo per tempo si presentano all'atleta.
I nostri 3 programmi differenziati:
junior dal 7 ai 13 anni circa dove il protocollo viene applicato sia all'atleta che ai suoi genitori. È finalizzato a fornire a seconda delle esigenza che tempo per tempo emergono gli strumenti necessari a fornire sicurezza e stabilità al ragazzo
Giovani dai 14 ai 20 anni circa periodo in cui è necessario strutturare il ragazzo ed aiutarlo a definire quali obiettivi intende raggiungere, costruire il carattere e far capire che i risultati si ottengono solo attraverso una sistemica applicazione e perfezionare le capacità di apprendimento ed intuizione congiuntamente all'autovalutazione
Atleta dopo i 20 anni dove la personalità è già formata e pertanto i cambiamenti possono essere marginali, ma vengono perfezionate le performances e le doti intuitive sviluppando e massimizzando le capacità esperienziali.
Si aiuta il soggetto a sviluppare una corretta visione di sé, aumentandone la capacità di interazione sociale con gli altri e con il patner facendogli ripartire correttamente la vita sportiva da quella sociale. Qualora sviluppi uno sport di squadra viene potenziato l'entanglement con gli altri atleti strutturando correttamente il concetto di gruppo.
IDENTIFICAZIONE dell'atleta
caratterizzazione / predisposizione / approccio
Ogni atleta ha delle caratteristiche fisiche e psicologiche uniche, saperle individuare da subito permette di capire per quali sport è maggiormente predisposto o per quali invece è assolutamente inidoneo.
La predisposizione al contatto fisico con altri aiuta nella pratica di sport cruenti quali lotta, pugilato, rugby, ma vi sono alcuni atleti a cui non piace il contatto fisico e pertanto sarebbero a disagio a praticare questi sport.
Lo stesso si verifica quando una persona è maggiormente predisposta a socializzare (e pertanto risulta idonea a sport di squadra) oppure è solitaria e pertanto è meglio fargli praticare sport individuali.
Da un punto di vista psicologico è possibile determinare da subito queste caratteristiche e capire se una persona è adatta ad attività sportive di squadra: Calcio, Pallavolo, Hockey, Rugby oppure attività individuali: tennis, atletica, golf.
L'approccio iniziale da effettuare con un atleta è quello di comprendere esattamente quali sono i suoi: valori, convinzioni, predisposizioni e da ultimo i limiti.
Sulla base di questo profilo psicologico si identifica la potenzialità e la predisposizione a raggiungere i risultati anche ambiziosi, ma soprattutto lo aiuta a gestirli.
Molti atleti anche particolarmente dotati e potenzialmente campioni si perdono per strada in quanto non sono stati correttamente stimolati e preparati.
Capita molte volte che un atleta sia Imbattibile in allenamento ma presenti grossi limiti durante la competizione in quanto non è in grado di gestire lo stress.
Durante la crescita dell'atleta capita la difficoltà di gestione del successo o dell'insuccesso, può risultare vincente da ragazzo e nel periodo di crescita trovarsi a perdere di competitività perchè gli avversari hanno raggiunto la maturità fisica prima di lui e pertanto si trova a dover gestire un transitorio molto difficile.
In casi simili occorre un adeguato supporto per far capire che la difficoltà è temporanea e che bisogna gestire le sconfitta perchè una cattiva gestione del problema può innescare instabilità nella mente dell'atleta.
Si è pertanto provveduto a redigere un protocollo per poter individuare velocemente quali caratteristiche sono innate nell'atleta al fine di riuscire a dialogare nella maniera più semplice ed efficace con lui e parimenti a fornire all'allenatore strumenti specifici per aiutarlo maturare atleticamente.
In questo modo si individuano le predisposizioni originali e le potenzialità al fine di indirizzarlo all'attività sportiva più idonea aiutandolo al contempo a conoscere i propri limiti e capire come superarli.
CARATTERISTICHE INDIVIDUALI
Dominanza
Ogni atleta ha uno specifico approccio ai problemi, e rappresenta la sua modalità di reazione alle difficoltà, noi l'abbiamo definito tale caratteristica come dominanza:
M+A (dominante energia)
M+S (dominante emozione)
M (dominante con la logica)
Ambito temporale
HYPNO-SINCmetod
Sono le modalità di come l'atleta gestisce le problematiche quando si presentano cioè rapportandosi al: passato oppure al presente o al futuro.
Quindi se si rapporta:
- AL PASSATO può cercare una soluzione su eventi che gli sono capitati in precedenza ma tale modalità ha un grosso limite perché funziona solo se l'esperienza è già accaduta (altrimenti non sa cosa fare) e deve aver portato al successo (altrimenti rivivrà l'esperienza negativa)
- AL PRESENTE cioè vive ogni esperienza come fosse nuova e modifica ogni volta le proprie modalità comportamentali ma non è detto che possa ripetere le esperienze positive
- AL FUTURO evita di focalizzarsi sulla problematica e si estranea operando le scelte in automatico.
Pertanto: ogni modalità ha dei punti di forza e al contempo di debolezza, noi dobbiamo individuare la sua caratteristica originaria e insegnare all'atleta che può utilizzare anche le altre 2 modalità senza snaturarsi.
Grazie all'Hypnocoaching, gli atleti riescono a integrare 3 modalità consapevolmente al fine utilizzare di volta in volta la tecnica migliore.
HYPNO-SINCmetod permette la crescita immediata della consapevolezza, permettendo di attivare processi ,che in condizioni normali necessiterebbero anni di applicazione.
Canale di interfacciamento con il mondo
L'atleta è: visivo, uditivo oppure cinestetico?
Occorre comprendere con quale canale preferenziale la persona vive il mondo esterno perché ci sarà molto utile lavorare su tale canale quando dobbiamo spiegargli i concetti o le tecniche in quanto sarà decisamente più veloce ad apprendere.
Al contempo dobbiamo insegnargli ad utilizzare anche gli altri canali al fine di ottenere una percezione completa della situazione.
Interpretazione dello spazio
L'atleta vede la realtà in orizzontale oppure in verticale?
Focus visivo
La vista è convergente o divergente?
Mancino o Destrino
L'atleta è mancino oppure destrino in quanto cambiano le modalità di comunicazione ed i comportamenti non verbali.
Inoltre anche se destrino come mano può avere i sensi quali vista udito... invertiti pertanto occorre valutare quale organo è dominante:
a) Occhio: D oppure S
b) Orecchio: D oppure S
c) Mano: D oppure S
d) Gamba: D oppure S
Fatto salvo che pur avendo un organo dominante (es. la gamba destra) per stabilizzarsi usi l'altra gamba, quindi: ha naturalmente ripartito i compiti tra i 2 organi la gamba destra fornisce potenza e la sinistra stabilizza il corpo.
Occorre pertanto da subito potenziare l'organo dominante e poi a seconda dello sport praticato occorre insegnare all'atleta ad utilizzare entrambi gli organi.
Questo rappresenta la base del lavoro preliminare che deve essere fatto su ogni atleta per poi identificare le caratteristiche secondarie e pianificare insieme all'allenatore il programma di formazione individuale.
Quale attività sportiva è meglio fare?
Dalle caratteristiche fisiche dell'atleta posso intuire per quale sport è maggiormente predisposto, ma non sempre tale rilevazione corrisponde allo sport più idoneo all'atleta in quanto è fondamentale analizzare anche le sue predisposizioni psicologiche al fine di non generare traumi che anche se non sono immediatamente rilevabili col tempo determinano il disinteresse nell'atleta.
Criteri per lo sport da scegliere
1) singolo/squadra
2) con o senza contatto fisico con l'avversario
3) con o senza interazione con l'avversario
Infatti, a seconda dell'individuo può essere problematico l'interfacciamento con gli altri quindi risulta precluso uno sport di squadra se non limitato a poche persone (es. il tennis con il doppio)
Oppure ci sono atleti che non sopportano il contatto fisico con un'altra persona, pertanto anche se particolarmente robusti sarebbe sconsigliabile fargli praticare boxe (individuale) o rugby (di squadra).
Esistono casi limite dove l'atleta soffre il confronto con l'avversario e pertanto anche se divisi da una rete (pallavolo oppure tennis) va in disagio psicologico ed annichilisce, in questi casi può essere utile indirizzare l'atleta su sport come il nuoto lo sci oppure l'atletica.
Ecco perché il profilo psicologico è altrettanto importante nella crescita dell'atleta e soprattutto per aiutarlo a scegliere l'attività sportiva più performante. salvo che pur avendo un organo dominante (es. la gamba destra) che usa per gli scatti e per gli sforzi è pacifico che per stabilizzarsi debba utilizzare la gamba sinistra, quindi: ha autonomamente ripartito i compiti tra i 2 organi la gamba destra fornisce potenza e la sinistra stabilizza il corpo.
Dobbiamo quindi potenziare l'organo dominante ma a seconda dello sport praticato occorre insegnare all'atleta ad utilizzare entrambi gli organi sia per la potenza che per la stabilizzazione.
Questo rappresenta la base del lavoro preliminare che deve essere fatto su ogni atleta per poi identificare le caratteristiche secondarie e pianificare insieme all'allenatore il programma di formazione individuale.
Quale attività sportiva è meglio fare?
Dalle caratteristiche fisiche dell'atleta posso intuire per quale sport è maggiormente predisposto, ma non sempre tale rilevazione corrisponde allo sport più idoneo all'atleta in quanto è fondamentale analizzare anche le sue predisposizioni psicologiche al fine di non generare traumi che anche se non sono immediatamente rilevabili col tempo determinano il disinteresse nell'atleta.
Criteri per lo sport da scegliere
1) singolo/squadra
2) con o senza contatto fisico con l'avversario
3) con o senza interazione con l'avversario
Infatti, a seconda dell'individuo può essere problematico l'interfacciamento con gli altri quindi risulta precluso uno sport di squadra se non limitato a poche persone (es. il tennis con il doppio)
Oppure ci sono atleti che non sopportano il contatto fisico con un'altra persona, pertanto anche se particolarmente robusti sarebbe sconsigliabile fargli praticare boxe (individuale) o rugby (di squadra).
Esistono casi limite dove l'atleta soffre il confronto con l'avversario e pertanto anche se divisi da una rete (pallavolo oppure tennis) va in disagio psicologico ed annichilisce, in questi casi può essere utile indirizzare l'atleta su sport come il nuoto lo sci oppure l'atletica.
Ecco perché il profilo psicologico è altrettanto importante nella crescita dell'atleta e soprattutto per aiutarlo a scegliere l'attività sportiva più performante.
PROTOCOLLO JUNIOR (7-13)
1) programma x i bambini
2) programma x i genitori
3) programma x i allenatori
I bambini presentano degli specifici problemi gestionali quando iniziano a praticare un'attività sportiva agonistica il nostro compito è finalizzato a gestire il passaggio tra il genitore e l'allenatore attraverso una specifica road maps.
I punti più rilevanti da conoscere e rispettare nella gestione dei bambini sono i seguenti:
- Poche regole precise e non interpretabili (al massimo 5 regole che i bambini devono conoscere e rispettare)
- Linguaggio semplice (si consiglia di spiegare i termini tecnici da subito e di farli memorizzare)
- Insegnare a capire le critiche che devono sempre essere costruttive e con un esempio che faccia capire esattamente la situazione attuale e quella che si deve raggiungere (es: devi modificare la posizione di ricezione perchè troppo bassa e rallenti i tempi di reazione)
- Non giudicare ed evitare le polemiche (occorre prospettare elementi positivi definendo i tempi di raggiungimento e complimentarsi al raggiungimento dell'obiettivo)
Programma per i bambini
Lavorare coi bambini è una tra le esperienze più difficili ed entusiasmanti che si possono fare.
Il loro primo ostacolo è il passaggio di consegne dalla figura del genitore a quella dell'allenatore.
Occorre quindi strutturare un rapporto fiduciario tra allenatore e bambino che sostituisca la figura del genitore nell'ambito sportivo che deve essere estromesso scomparire.
Nasce quindi un contrasto, molte volte involontario, tra genitori che inconsciamente pretendono di mantenere il c.d. cordone ombelicale con il proprio figlio e l'allenatore che viene considerato un intruso.
Ecco perché è fondamentale un percorso di accompagnamento sia dei genitori che dell'atleta con la supervisione dell'allenatore.
Si consiglia ai genitori di effettuare attentamente la scelta del coach, sulla base della propria esperienza, delle sensazioni e dei propri valori.
In tal modo il bambino avendo genitori e coach gli stessi valori non avrà difficoltà ad ambientarsi.
Successivamente va attuato uno stage coi genitori per insegnare a ripartire il proprio ruolo ma escludendo da subito l'ambito dello sport.
L'unica attività da svolgere è rilevare se nel bambino aumenta lo stress nel praticare lo sport e se è felice di farlo.
Se il bimbo riesce bene ha un piacere continuativo nel fare lo sport, mentre se palesa distaccamento stanchezza o meno felicità occorre interfacciarsi col coach e nel caso cambiarlo con uno più idoneo.
Si sconsiglia nel modo più assoluto di assillare il bambino, criticarlo, consigliarlo o peggio ancora assistere ai suoi allenamenti, questo interferirebbe gravemente con le performances e genererebbe un atleta insicuro e che ha bisogno della presenza dei genitori.
Interfaccia con l'allenatore.
Dal profilo psicologico dell'atleta in erba al report del coach si pianifica un programma di perfezionamento del ragazzo dove si struttura sia il fisico che la coordinazione, migliorandone al contempo l'aspetto psicologico e di equilibrio
3) programma x i genitori
1) La domanda, che mi sono chiesta come genitore che segue un figlio sportivo, che crede che se da massimo a figlio = significa e desidera
se vuoi strutturare il tuo figlio BENE, non poi permettere strutturarlo come se il figlio é la tua evoluzione e deve sodisfare le tue aspettative e materializzare i sogni infantili, che non sei riuscito a realizzare.
2) Non giudicare mai
3) Per il sport se non hai e non dai gli soluzioni - non criticare mai ( posso criticare quello che é nella mia competenza : vestiti, stile di vita, comportamento ..ma non gioco)
4) programma x i allenatori
1) Regole precise
2) sapere criticcare
3) non giudicare mai
4) sapere convincere
5) base della comunicazione non verbale
6) stabilire obiettivo giusto ( con piccoli miglioramenti possono raggiungerlo)
7) rispettare propia personalita ( sono quello che sono)
8) sapere spiegare
a) come non ripetere ed essere capito
b) semplicita ( con poche parole chiave , spiego concetto approfondito)
5)profilo del atleta (a,b)
a) psychologico
b)
( non vale sulla velocità-pilotti )
1) identificare i termini e le grandezze ( forza:1-10- io ti do riferimenti)
(dobbiamo usare termine QUANTO più forte e non più forte)
Servo o non servo?
che miglioramenti voglio avere? Problematiche da risolvere
Se lavoro sulla potenza, velocità o tecnica?
Con ipnosi:
Tehnica: vado ottimizzare i vari movimenti
Forza: limitazione della massa muscolare, possiamo aiutare a gestire le forze
Technica: con ipnosi velocizziamo apprendimento.
team giocco(difesa/preparazione): come leggere avversario?
Protocollo per bambini
(Lavorare con bambini e genitori)
BAMBINI
Il loro primo ostacolo è il passaggio dal genitore all'allenatore.
Occorre quindi strutturare il rapporto di fiducia tra allenatore e bambino, che si sostituisce al carattere del genitore nello sport.
Questo crea un conflitto, spesso involontario, tra i genitori che inconsapevolmente trattengono il cosiddetto cordone ombelicale tra il bambino. L'allenatore è anche inconsapevolmente considerato un intruso. (I genitori devono supervisionare e controllare le lezioni, discutere tra loro le proprie opinioni, a volte davanti al bambino ea volte anche con il bambino di persona.) Sfortunatamente, queste reazioni, sebbene ben ponderate, possono danneggiare la fiducia e il rapporto tra l'allenatore e il bambino e il bambino.
Pertanto, è necessario un percorso di accompagnamento per genitori e atleti.
Raccomandiamo ai genitori di scegliere con cura la propria società sportiva e i propri allenatori in base alle proprie esperienze, sentimenti e valori.
In questo modo un bambino che ha genitori e un allenatore con gli stessi valori non avrà problemi di adattamento. Questa accettazione è importante non solo da parte del bambino, ma anche da parte dei genitori.
Successivamente occorre fare uno stage con i genitori per imparare a condividere il proprio ruolo, ma per escludere subito interferenze indesiderate in ambito sportivo.
Interfaccia con l'allenatore.
Dal profilo psicologico dell'atleta in erba al report del coach si pianifica un programma di perfezionamento del ragazzo dove si struttura sia il fisico che la coordinazione, migliorandone al contempo l'aspetto psicologico e di equilibrio
IL BAMBINO VIVE NELLA PRESENZA
cioè, usa un programma mentale ADESSO.
Non pensa, non si preoccupa a cosa accadrà (non pianifica, non risolve possibili conseguenze negative).
In una situazione di crisi, questo programma funziona sulla base di una reazione automatica: Come risolvo il problema? Cosa significa? Che sceglie una soluzione che dia sicurezza emotiva.
-REAZIONE AUTOMATICA = BANCA (registro) di ciò che abbiamo appreso e automatizzato = ciò che usiamo istintivamente in una situazione di crisi.
L'unica attività da svolgere è rilevare se nel bambino aumenta lo stress nel praticare lo sport e se è felice di farlo.
Se il bimbo riesce bene ha un piacere continuativo nel fare lo sport, mentre se palesa distaccamento stanchezza o meno felicità occorre interfacciarsi col coach e nel caso cambiarlo con uno più idoneo.
IL BAMBINO IMPARA CON GLI ERRORI = EXPERIMENTAZIONE
Questo processo/metodo è uno dei più importanti per il sano sviluppo mentale del bambino.
Nella vita di tutti i giorni otteniamo PROGRAMMI DI BLOCCO mentale (la base principale è la famiglia che lo iscrive nel bambino. paura che si rompa la bici, non hai più la forza = genitori valutati = non abbiamo tempo, .. .), che il genitore utilizza per lo più inconsapevolmente (paura, timidezza, insicurezza, paura, ...) e che diventano un blocco non solo nell'infanzia, ma se lasciato irrisolto, persiste nel futuro e influenza le nostre decisioni in età adulta.
IL BAMBINO IMPARA CON LA RIPETIZIONE
Naturalmente i bambini sono competitivi e non si vergognano di prendere parte ai giochi, se commettono un errore (i ragazzi) provano a ripetere l'azione (es. goal, escono dal campo felici come vincitori. . È diverso per le ragazze, le ragazze sono più al riparo da se stesse e hanno bisogno di un approccio diverso.
Se il bambino in famiglia non ha avuto la piena possibilità sperimentale di questo processo ripetitivo (e dopo diversi tentativi è stato bloccato (dal genitore), azioni che spesso non sono state completate dall'emozione positiva vincente che il bambino ha vinto, non sono state programmate) . Il bambino si arrende in anticipo, perde la fiducia in se stesso e non raggiunge lo status di GUERRIERO, diventa reattivo e non dominante. Anche in futuro, non è un membro attivo (ad es. in una squadra, nella società, al lavoro).
SEMPLICITÀ DI COMUNICAZIONE
COACHING
a) verbale b) non verbale
a) pubblico b) privato
Non solo in una situazione critica, dove si dice "il cervello non prende le nostre informazioni", abbiamo bisogno di una comunicazione veloce ed efficace. Usato per accelerare. Ciò significa che utilizzando 1-5 parole (bambino, atleta) capiranno esattamente cosa fare. Ogni parola chiave ha già un comando codificato che è stato spiegato in anticipo in modo che l'individuo lo capisca, lo assorbe, lo usi. È così che viene vissuta internamente e la risposta al comando è accelerata senza il coinvolgimento del pensiero. (Utilizzato in famiglia, a scuola, al lavoro, nell'esercito, nello sport, ....)
es: brevi comandi verbali:
-STOP = stop immediato
-Prohibited release (ciccia inglese) = modo illegale di giocare a hockey su ghiaccio. Si verifica in una situazione in cui un giocatore gioca il disco dalla propria metà della superficie del ghiaccio (cioè davanti alla linea rossa bisecata) in modo tale che senza toccare un altro giocatore (ma anche con un possibile riflesso dalla recinzione o protezione vetro) passa dietro la porta avversaria. (= dietro le 2 parole, abbiamo una spiegazione complessa)
es: brevi comandi non verbali:
FOTO : TIME
METODO DI 5 REGOLE
coaching